Buone Pratiche / PermaCulture: Semi di integrazione

Perma Culture:
semi di integrazione

Impiego / Occupazione

Nome dell’organizzazione che implementa l’iniziativa/ il progetto

Consorzio Il Nodo

Paese

Italia  

Livello di implementazione 

Locale

Target Group

Rifugiati e Richiedenti Asilo

Maggiori Informazioni

Facebook

Youtube

SDG’s

Panoramica del Progetto

PermaCulture è un laboratorio professionalizzante che unisce rifugiati, richiedenti asilo, minori stranieri non accompagnati e giovani laureati italiani disoccupati, in una classe di 15 persone. Insieme, questo gruppo eterogeneo di persone segue una piccola parte teorica sui rudimenti del lavoro e della permacultura e una più ampia parte pratica sulla permacultura in un orto. L’obiettivo generale è trasmettere gli strumenti di una professione utile, e avvicinare i beneficiari alla progettazione sostenibile del territorio.

Attività Principali

PermaCulture è un laboratorio professionalizzante ideato dal Consorzio Il Nodo, con l’obiettivo di creare competenze trasversali che possano permettere ai beneficiari di affrontare con successo gli stage e di poter poi essere assunti. Il laboratorio si svolge in classi di 15 persone composte da rifugiati, richiedenti asilo, minori stranieri non accompagnati e giovani laureati italiani disoccupati, per permettere a culture diverse di entrare in contatto e imparare insieme. Il laboratorio è diviso in due parti, una teorica e una pratica. La parte teorica ha una durata di 40 ore durante le quali tecnici esperti forniscono informazioni sul lavoro: la presentazione della busta paga, i dispositivi di sicurezza, i contratti, come fare autoimprenditorialità, per poter comunicare e capire sul campo di lavoro.La parte pratica si svolge in un giardino, un vecchio roseto abbandonato che è stato trasformato e recuperato dai beneficiari attraverso la tecnica della permacultura. 

L’obiettivo, infatti, non è solo quello di insegnare una professione utile che può essere svolta in altri contesti al di fuori delle comunità del consorzio, ma anche di avvicinare i beneficiari alle tecniche di pianificazione territoriale sostenibile. Così in un ambiente protetto i beneficiari possono apprendere le prime tecniche rudimentali della permacultura, lavorare insieme, migliorare e apprendere competenze trasversali da utilizzare in nuovi ambiti. Il laboratorio diventa una vera e propria fase di sperimentazione che va dall’alfabetizzazione alla formazione professionale, alla quale i beneficiari possono accedere con competenze già apprese e con un buon livello di autoefficacia.

Maggiori Informazioni

Come è nato il progetto?

PermaCulture è una nuova esperienza. Nasce dalla necessità di rimodellare la formazione classica offerta dalla Regione Siciliana a rifugiati e richiedenti asilo. Spesso questo tipo di formazione non risponde alle esigenze dei beneficiari perché è troppo ampia in termini di contenuti e i beneficiari non sono in grado di seguirla. Inoltre, i tempi della formazione classica superano quelli dell’accoglienza in comunità e i beneficiari non riescono a raggiungere la fine del percorso formativo.

Sfide nell’implementazione

.Trovare un orto disponibile per la permacultura

La terra è stata offerta da una congregazione religiosa (le suore del Buon Pastore)

2. Mantenere un livello alto di concentrazione e di apprendimento teorico

Modificando il numero di ore di lezioni teoriche e introducendo laboratori pratici di permacultura

Impatto sui rifugiati o sulle vite delle comunità locali ?

L’esperienza ha consentito ai beneficiari di apprendere i rudimenti di una nuova professione che può essere utilizzata in vari contesti. Inoltre, il laboratorio ha consentito di acquisire competenze trasversali in grado di influenzare positivamente l’autoefficacia percepita, e il successo di future esperienze lavorative e stage.

Possibilità di replicabilità della buona pratica ?

Tale pratica può essere facilmente replicata in diversi contesti e con tempi e modalità modificabili a seconda delle esigenze dei beneficiari e delle esigenze del mercato del lavoro. In effetti, è un’esperienza che va avanti dal 2018.

Testimonianza

"Questo progetto è come un corso di agricoltura ma è anche di più, perché impariamo un mestiere ma lo facciamo insieme. Ognuno di noi viene da un Paese diverso, quindi uno dà un'idea, un altro ne dà un'altra, e così arriviamo all'idea migliore, a ciò che è bene per noi. Per me questo progetto è molto interessante, è qualcosa di nuovo. In un gruppo così eterogeneo come il nostro, tutti sanno qualcosa. Se qualcuno non sa qualcosa, può trovare qualcuno che possa dare una mano. Abbiamo acquisito esperienza e possiamo farne buon uso in futuro."
Taraq
Taraq, 19 anni (Bangladesh)