Buone Pratiche / Sa.mi.fo. Center
Sa.mi.fo. Center
Distribuzione di informazioni e prevenzione della discriminazione
Nome dell’organizzazione che implementa l’iniziativa/ il progetto
ASL Roma 1 – Healthcare system
Paese
Italy
Livello di implementazione
Locale
Target Group
Richiedenti Asilo
SDG’s
Panoramica del Progetto
Il centro SAMIFO- Salute Migranti Forzati è nato nel 2006 in collaborazione con il Centro astalli Association e un ospedale pubblico(Azienda ospedaliera Roma A).
Gli obiettivi del centro sono:
• promuovere e facilitare la fruizione della sanità pubblica ;
• informare i pazienti dei loro diritti e le sorgenti di informazioni collegate.
• educare professionisti della sanità sulle problematiche della medicina migratoria.
• assicurare mediazione linguistico-culturale per superare la barriera linguistica.
• promuovere un approccio sistematico al trauma multidimensionale.
Il principale obiettivo è prendersi la responsabilità per i richiedenti asilo e i rifugiati, per un periodo non superiore ai 24 mesi.
L’approccio si concentra su:
1. La creazione di percorsi interdisciplinri di cura e supporto individuali approprati al dolore fisico sociale e psichico dei migranti forzati: ;
2. L’integrazione fra la basilare assistena medica e l’assistenza specializzata.
Lo staff del Centro adotta, in tutti gli interventi, un approccio multidimensionale, interdisciplinare e interculturale.
Il Centro è aperto dal Lunedì al Venerdì, l’accesso è libero, ed è strutturato nelle seguenti attività: ufficio reception, ufficio di orientamento alla sanità, are consulenze, servizi di mediazione interculturale, medicina generale, psichiatria transculturale, servizio psicologico, servizi di medicina legale, ginecologia e ostetricia, ortopedia e vaccinazioni.
Attività Principali
Il centro Sa.Mi.Fo. è dotato di un servizio unico, in un ospedale pubblico di mediazione culturale fatto di 10 mediatori (lingue parlate: Farsi, Inglese, Francese, Spagnolo, Arabo, Ucraino ecc.)
Il centro è aperto 5 giorni su 7 e fornisce supporto ai migranti forzati.
Nel 2015 SAMIFO ha ottenuto l’importante riconoscimento dalla regione Lazio come la Struttura Sanitaria di ASL Roma 1 per la cura di migranti forzati così come un punto di riferimento per le strutture che lavorano per la loro protezione poichè usa un modello organizzativo che, attraverso percorsi di cura integrati, riesce a incontrare bisogni di salute che richiedono servizi sanitari e di protezione sociale allo stesso tempo.
Sa.Mi.Fo è un esempio di sanità dove l’integrazione di esperienze cliniche e prove scientifiche di eccellenza ha reso possibile lo sviluppo di un modello innovativo e sostenibile di sanità pubblica basato sull’analisi partecipatoria dei bisogni sanitari.
Maggiori Informazioni
Come è nato il progetto? ?
Il Centro Sanitario per i Migranti Forzato SAMIFO fu fondato nel 2006 come una collaborazione tra l’ASL Roma 1 e il Centro Astalli con lo scopo di proteggere la salute dei richiedenti asilo e i possessori di protezione nazionale e internazionale.
Ovviamente il modello Sa.Mi.Fo. può essere replicato ma in questo caso il coinvolgimento e la consapevolezza dei leader della sanità è necessario. Il Sa.mi.fo è parzialmente finanziato dal ministero della salute, ma per coprire tutte le spese e per garantire questo servizio a quanti più beneficiari possibile, una costante ricerca di fondi è richiesta, un’attività che è assicurata dal ufficio pianificazioni del Centro Astalli.
Elementi che facilitano l’implementazione del progetto
Il servizio è stato facilmente implementato grazie a 2 fattori:
– proposta per una creazione del centro ricevuta da uno psichiatra, un impiegato interno dell’ASL Roma 1, con grande esperienza in materia di immigrazione.
– numerosi psicologi e dottori impiegati dall’ASL RM 1 hanno creato un osservatorio sulla medicina migratoria, così molti impiegati si sono sensibilizzati al problema della migrazione forzata.
Sfide nell’implementazione
1. Spesso mancanza di fondi
Come superare?
Costante ricerca di bandi e scritture di progetti.
Impatto sui rifugiati o sulle vite delle comunità locali?
Nel 2021 più di 2000 persone sono state ricoverate da Sa.mi.fo le persone che venivano nel centro venivano principalmente da: Nigeria, Senegal, Eritrea, Afghanistan. in un anno, circa 7000 visite specialistiche furono effettuate.
Sfortunatamente, non ci sono sistemi per valutare l’impatto delle attività promosse dal centro.
Potenziale della Buona Pratica di essere replicata?
Crea un contributo concreto all’implementazione del Patto mondiale sulla migrazione (primo accordo internazionale 12/2018).
Promuove una cultura di accoglienza e solidarietà che inizia con la protezione del diritto alla salute (agenda 2030, 3).
Impiega fisici con esperienza nella gestione di pazienti migranti e mediatori linguistico-culturali e lavoratori sociali che, oltre a facilitare la relazione dottore-paziente, offrono supporto a persone che hanno esperienze di solitudine e discriminazione.