Good Pratiche / Support for the Future

Support for the Future

Formazione Scolastica

Nome dell’organizzazione che implementa l’iniziativa/ il progetto

Caritas Sofia

Paese

Bulgaria 

Livello di implementazione 

Locale 

Target Group

Richiedenti Asilo Entrambi- Bambini Rifugiati, Minori Non Accompagnati

SDG’s

  

   

Panoramica del Progetto

Il progetto “Support for the Future” fornisce supporto ai più vulnerabili fra coloro che richiedono protezione internazionale nella Repubblica di Bulgaria- bambini rifugiati non accompagnati.

Attività Principali

Il compito principale del progetto è assicurare il diritto all’infanzia, una vita dignitosa e sicura che garantisce i basilari diritti umani ai gruppi più vulnerabili di rifugiati–bambini rifugiati non accompagnati.

 Il progetto fornisce supporto fisico e psicologico, assistenza nell’accesso ai servizi per lo sviluppo infantile e educazione non-formale. guida nella carriera e sviluppo personale, partecipazione attiva e orientamento culturale, attività ricreative, sport ed escursioni, workshop per formare ed applicare skill e altri servizi di supporto. Entro il quadro del progetto, il lavoro sarà portato avanti con i genitori per il supporto e la motivazione per l’inclusione di bambini rifugiati nel sistema d’ educazione Bulgaro.

Il progetto “Support for the Future” del dipartimento “Migrazione e Integrazione” è basato sull’approccio “Case Management” in quanto metodo di comunicazione, organizzazione e coordinamento fra i responsabili esperti all’interno del progetto. 

Sono redatti i piani individuali (per un periodo da 3 a 6 mesi), che contengono gli obiettivi e le priorità nelle seguenti attività- “Accesso ai servizi”, “Sviluppo infantile e educazione non formale”, “Guida alla carriera e sviluppo personale”, “Partecipazione attiva e orientamento culturale”. L’approccio è evidenziato come una buona pratica dalla EURITA-IRC per il lavoro con i rifugiati. 

 

Maggiori Informazioni

Come è nato il progetto?

La creazione è succeduta ad una riuscita partnership con la Caritas Sofia come organizzazione leader dell’assistenza ai rifugiati e il Consiglio delle Donne Rifugiate, come un’organizzazione gestita da rifugiati.

La Caritas Sofa ha una lunga esperienza nell’accoglienza comprensiva e rispettosa. Qui i nostri specialisti ascoltano con attenzione le richieste delle persone, preparano piani di integrazione individualizzati e forniscono supporto in servizi successivi. La Caritas Sofia mantiene il Centro per Integrazione di Rifugiati e Migranti “St. Anna”.

Il “Consiglio delle Donne Rifugiate in Bulgaria (CRWB)” aiuta i rifugiati e i richiedenti asilo nel processo del loro adattamento e la loro integrazione nelle società ospitanti in Bulgaria. Gli esperti del CWRB lavorano nell’area della mediazione sociale e “Lobbying and Advocacy”. L’organizazione organizza e conduce formazioni interne per il team, specifiche formazioni per i professionisti, sviluppa nuove attività di Advocacy per l’organizzazione in casi individuali.

Impatto sui rifugiati o sulle vite delle comunità locali?

I servizi saranno forniti ai richiedenti asilo e minori non accompagnati nelle zone sicure nei centri di registrazione e accoglienza dell’Agenzia Statale per i rifugiati a Sofia e Harmanli, così come nel Centro per l’Integrazione “St. Anna” della Caritas Sofia. Le attività del progetto sono: accesso ai servizi (con un focus particolare sui minori non accompagnati:preparazione dei piani individuali e gestione dei casi di minori non accompagnati. riferimenti, traduzioni, successive consultazioni, riunioni di discussione di casi multidisciplinari) sviluppo infantile e educazione informale con un focus sui minori non accompagnati, guida alla carriera e consulenza, partecipazione attiva e orientamento culturale.

Questo progetto/programma è replicabile o modulabile?

Il progetto affronta i bisogni dei più vulnerabili tra i rifugiati, con un focus sulla loro capacità di integrazione e il loro futuro. Il gestore dei casi ha la responsabilità di coordinare e supportare il viaggio di ogni persona. Egli è “’intermediario” fra i richiedenti protezione, con un focus sui minori non accompagnati, e gli altri esperti del progetto che supportano il loro accesso ai servizi sanitari, sociali e psicologici, oltre che alle attività di educazione non formale.